Usare la didattica per indagare il reale: la metodologia “debate”

Federico Solini[1]

Abstract

L’articolo intende presentare la metodologia debate tentando di sottolinearne innanzitutto i vantaggi a livello didattico per formare studenti e studentesse competenti per affrontare le sfide della vita: nello specifico, si procederà mostrando il collegamento fra il debate e le life skills. Si noterà come, seguendo regole e protocolli specifici, il dibattito non sia uno scambio semplice di opinioni, nel quale si rischia di far emergere quella meglio presentata al di là della sua aderenza alla realtà, bensì un modo per integrare l’arte di argomentare con una ricerca dettagliata e approfondita su temi che spesso toccano problemi reali e concreti. L’obiettivo è far emergere la verità in tutta la sua forza, o meglio cercare di avvicinarvisi essendo consapevoli della complessità del reale e quindi, di conseguenza, che spesso posizioni contrapposte possono avere comunque uguale dignità.

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Dalla DAD alla didattica digitale. Tre “indicazioni di viaggio” per insegnare religione cattolica ai nativi digitali

Emmanuele Magli[1]

Abstract

La rivoluzione digitale ha profondamente trasformato la società in cui viviamo, e rappresenta oggi un’importante sfida e opportunità per il mondo della didattica. Partendo dall’esperienza della DAD, soluzione emergenziale temporanea e tutt’altro che perfetta, in questo articolo vengono proposte tre indicazioni per un utilizzo consapevole e vivificante di queste risorse digitali all’interno dell’insegnamento, in particolare IRC. Tre suggerimenti per poter mettere in atto una didattica digitale in grado di rendere l’apprendimento più efficace, coinvolgente e personalizzato, che valorizzi le nuove tecnologie senza dimenticare la dimensione relazionale dell’insegnamento.

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La realtà virtuale come supporto all’immaginazione nell’insegnamento della religione cattolica

Stefano Golinelli[1]

Abstract

L’immaginazione è una fondamentale facoltà di raccordo tra la conoscenza sensitiva e quella intellettiva e si dimostra essere un prezioso strumento di apprendimento nella preadolescenza, quando il pensiero operatorio concreto si appresta a passare a quello formale. Partendo da un’analisi attualizzante degli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio di Loyola, che vede in essi un modello di lettura interattiva paragonabile a ciò che accade nei mondi digitali, cercheremo di mostrare l’utilità e l’efficacia della realtà virtuale nella didattica della Religione Cattolica come supporto all’immaginazione. Se collocato nell’ottica di una formazione integrale della persona umana, che pone al centro la relazione col reale e con gli altri, questo mezzo può agganciare il linguaggio degli studenti, invitandoli ad uscire dallo specchio narcisistico dello schermo.

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Apprendere per immagini

La costruzione figurativa del significato: un breve excursus storico critico fino ai giorni nostri attraverso i contributi di Gioacchino Da Fiore e Giambattista Vico.

Maria Cecilia Lodini[1]

Abstract

Grazie alle teorie dell’apprendimento metacognitivo sorte in epoca contemporanea, sappiamo che esistono vari stili cognitivi e che oggi la maggior parte dei ragazzi, forse anche per il massiccio uso che si fa dei dispositivi digitali, ha uno stile di apprendimento tendenzialmente visivo. Che l’immagine fosse un potente canale comunicativo e di apprendimento, lo aveva già capito nel XII secolo il teologo e filosofo Gioacchino da Fiore, che elaborò una serie di tavole, fatte di immagini e parole, per spiegare alcuni difficili concetti filosofici e teologici (immagini ben conservate, tra l’altro, in una copia del codice miniato nel Museo Diocesano di Reggio Emilia). Nel XVIII secolo, il filosofo partenopeo Giambattista Vico introdusse La Scienza nuova, attraverso una tavola grafica che anticipava e riassumeva le tematiche principali affrontate nel testo.

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