Lara Calzolari[1]
Abstract
L’articolo presenta un percorso didattico interdisciplinare sula tema della pace. L’esperienza condotta nella Scuola primaria si basa sulla testimonianza di Marco Rodari che opera nelle zone di guerra con progetti diretti soprattutto ai bambini.
Introduzione
Parlare di pace a scuola è importante, necessario ed urgente, in particolare da quando la guerra, scoppiata non così lontano da noi, è all’ordine del giorno di ogni servizio di informazione e prepotente si è fatta spazio nelle preoccupazioni di tutti.
Sebbene sia fondamentale allontanare i bambini dalla violenza mediatica, dall’orrore che emerge dalle immagini e dai video su tutti i social media, ogni educatore oggi è chiamato ad interrogarsi su come far riflettere i bambini a proposito.
L’ora di Religione, come finestra su un mondo tra cultura valori e dialogo, può mettere come sfondo del suo percorso annuale, ponendosi in relazione anche con le altre discipline, l’impegno per interrogarsi sul proprio ruolo nella costruzione di una convivenza pacifica.
1. Un percorso di ampio respiro
«Il tema della speranza provoca in modo speciale il mondo dell’educazione e della scuola, luoghi in cui prendono forma le coscienze e gli orientamenti di vita e si pongono le basi delle future responsabilità»[2] richiama il Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in vista della scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc) nell’anno scolastico 2025/26, spiegando poi l’importanza di sostenere «un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine».[3]
Questa proposta si inserisce dunque in un ampio percorso di crescita civica e di convivenza per costruire un domani accogliente nel nostro mondo, profondamente interculturale e purtroppo tendenzialmente portato alle divisioni.
Negli ultimi anni sono fiorite numerose attività e approfondimenti per sensibilizzare i bambini e i ragazzi sui conflitti contemporanei e del passato.
Preziose sono state in classe le letture di racconti, albi illustrati, storie che hanno come tema i conflitti, più o meno grandi. Le narrazioni sono molto efficaci nell’apprendimento, poiché nel racconto vengono attribuiti significati, si riordinano le esperienze, si attribuisce senso alla realtà e agli eventi.
Ai ragazzi viene data l’occasione di esplorare e comprendere vicende e avvenimenti tramite il racconto dell’altro, l’immaginazione e la fantasia, ma anche il proprio mondo interiore per dare vita a motivazioni, intenzioni e comportamenti che influiscono sulla crescita personale.
Questa potenzialità formativa rappresenta una modalità significativa di insegnamento-apprendimento e, quando si può vivere anche attraverso l’incontro diretto con un testimone, diventa un’esperienza davvero preziosa.
La testimonianza di chi ha partecipato direttamente a certi eventi in un determinato contesto ha un grande valore umano e didattico. Ascoltare il racconto in prima persona allena all’empatia, suscita emozioni, fa riflettere, pone interrogativi con l’obiettivo finale di una rielaborazione personale, meditata e costruttiva.
Conoscere chi si spende nell’ambito della Pace, chi ha fatto sua questa missione, aumenta l’efficacia del processo di avvicinamento al tema e in seguito di apprendimento; chi ha vissuto la guerra può raccontarla ai bambini in modo tale che possano sentirsi ancora più parte dei fatti, responsabile.
La teoria non basta: volti, nomi, luoghi, aneddoti, foto e video permettono di entrare nelle vicende reali.
È perciò necessario vivere esperienze di Pace, conoscere chi si adopera per questo, capire che ci sono esempi buoni per costruire il futuro.
2. L’incontro con il Clown “Pimpa”
Sette anni fa ho incontrato Marco Rodari, in arte il Clown il Pimpa, che ha come missione di portare i sorrisi là dove c’è la guerra o dove i conflitti in un passato vicino hanno portato dolore e devastazione. Grazie alla sua iniziativa, nel 2015 è nata l’associazione Per Far Sorridere il Cielo Odv,[4] il cui obiettivo consiste nel prendersi cura di bambini che hanno subito traumi fisici e psichici in conseguenza di una guerra vissuta o che stanno ancora vivendo.
L’obiettivo del Pimpa è divertire i bambini per far dimenticare la guerra e far tornare il sorriso in qualsiasi luogo del mondo. Nonostante le barriere linguistiche Marco Rodari ha imparato che i bambini sorridono tutti nella stessa lingua. [5] Il motto dell’associazione, e di ogni sua attività è: «Un bambino a cui hai regalato Meraviglia, sarà portatore sano di Pace».
I pochi mesi che trascorre in Italia li dedica a girare tra piazze, oratori e scuole.
Come può portare la Meraviglia in classe il Pimpa?
Innanzitutto porta la testimonianza della sua esperienza a scuola tramite alcuni video preparatori ai quali segue l’incontro dal vivo con gli studenti. La sua testimonianza, nella scuola dove insegno, ha portato allegria, parole preziose, storie dalla Siria, dall’Iraq, da Gaza della scuola Mosader Kindergarden che l’aiuto dell’associazione ha contribuito a riavviare.
Ha raccontato del sostegno alla scuola di Clown, dove giovani possono trovare impegno e passione, o della scuola di disegno Coloriamo in Pace ad Aleppo o della Meraviglioteca, luogo ludico e culturale costruito a Izjum in Ucraina.[6]
In ogni livello di classe, tramite il dovuto registro e attività è stato presentato il suo impegno verso i bambini di tutto il mondo.
Molto significativo il laboratorio di magia per le classi quinte che nella sua conclusione prevede che siano loro, i grandi della scuola, a fare uno spettacolo divertente per i più piccoli. Ogni età ha vissuto il momento secondo le proprie potenzialità e uno dei messaggi più incisivi che ha lasciato ai bambini è che se ci impegniamo a fare cose belle, a credere e seguire i nostri talenti, saremo impegnati a creare la Pace e non a fare la guerra. Ogni bambino si porta a casa, al termine della giornata, tante risate, meraviglia e sorrisi da condividere!
3. Le fatiche dei bambini della guerra
Dal 2021 il percorso, con un appuntamento ormai annuale tanto atteso dai bambini, è stato arricchito dal Manifesto delle 12 fatiche dei bimbi della guerra, nato per la Giornata della Meraviglia che si tiene in Ottobre in molte piazze italiane ed estere.[7]
Il Manifesto presenta attraverso 12 illustrazioni e relative brevi didascalie, ciò a cui i bambini che vivono nei conflitti sono costretti a rinunciare e che segna per sempre le loro vite.
Il Manifesto fornisce l’occasione di riflettere sulle reali fatiche concrete dovute alle guerre, sulla realtà in cui crescono tantissimi bambini come i nostri studenti.
Apre scorci sulle mancanze in ambito fisico-materiale, come la mancanza di acqua, cibo, sonno sereno, cure mediche e igiene, luce, panni. Si mettono in gioco emozioni e pensieri, sia per la forte empatia sia per il forte senso di giustizia tipico della loro età. Riportano alla loro esperienza le gravi situazioni, le differenze che esse comportano e ragionano sul modo in cui loro vivono i temi di ogni fatica.
Il lavoro su questo materiale si adatta bene anche ad un percorso annuale, nel quale soffermarsi sui vari temi durante l’intero periodo scolastico.
Il forte valore interdisciplinare di queste attività può creare un lavoro sinergico a livello di consiglio di classe; le materie coinvolte possono essere anche italiano, storia, geografia, educazione civica e arte immagine. Nel caso in cui si riescano ad organizzare anche dei giochi, può essere coinvolta anche educazione motoria.
Nelle classi della nostra scuola abbiamo appeso il poster del Manifesto e in formato ridotto sul quaderno. Si può facilmente anche crearne un modello da colorare.
Il tema viene poi approfondito da due attività. Il primo è un disegno da colorare e completare: il disegno della meraviglia, esso rappresenta i bambini della guerra mentre stanno facendo un girotondo, all’interno del quale gli studenti devono scrivere o disegnare cosa vorrebbero donare o fare per questi bambini.
Questo rappresenta un momento di rielaborazione personale e creativa che consolida il percorso fatto fino a quel momento.
Si possono invitare i bambini ad andare oltre il denaro, e a immaginarsi cosa davvero necessitano le popolazioni colpite dai conflitti. La seconda attività è legata ad una fatica precisa ed è più ludico-pratica.
Quest’anno quella su cui abbiamo posto l’attenzione è la mancanza di gioco. I bambini hanno letto informazioni sull’argomento e ascoltato il racconto di come in guerra viene meno ogni possibilità ricreativa, di divertimento, di creatività, di sport. La guerra distrugge tutto, i luoghi adibiti al tempo libero e alla quotidianità: i parchi, i campi sportivi, i teatri, le palestre, le scuole.
Per vivere questo ostacolo è stato inventato “Il Gioco della Meraviglia” sul modello del vecchio e celebre “Gioco dell’Oca”: occasioni, imprevisti faranno immedesimare i giocatori per iniziare a pensare a cosa significhi vivere senza la possibilità di giocare.
Ognuno di noi impara in modo significativo facendo, mettendosi all’opera e questo percorso è stato per i bambini l’occasione di vivere, in maniera ovviamente giocosa, una fatica reale di tanti loro coetanei. I bambini si sono divertiti molto ed è rimasta loro impressa quest’attività.
Durante l’anno infine abbiamo letto la fiaba scritta dallo stesso Marco Rodari, L’Orcoguerra e Le FateLaPace,[8] nella quale viene trasformata l’orribile vicenda della guerra in una storia a portata di bambino, con simboli, personaggi rappresentativi e un messaggio importante su cui riflettere in classe.
Il corpus della conoscenza di qualsiasi evento e argomento è rafforzato dalla combinazione di molte fonti e attività di origine diversa. È così che questo percorso didattico grazie al racconto, la testimonianza, l’incontro, l’attività creativa e un laboratorio strutturato, risulta molto efficace, permettendo di costruire competenze che danno anche forma a valori e atteggiamenti che possono avere risvolti sociali e culturali.
Il lavoro con Marco, grazie al suo impegno e all’amicizia che nasce coi bambini, consente anche di proseguire verticalmente negli anni, andando così ad approfondire aspetti, vicende e conoscenze.

[1] Illustratrice e docente di IRC nella Scuola Primaria Paritaria “Beata Vergine di Lourdes” di Zola Predosa, Bologna.
[2] Conferenza Episcopale Italiana, Messaggio in vista della scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione Cattolica, 2025-2026, Roma 15 novembre 2024, in https://irc.chiesacattolica.it/messaggio-della-presidenza-cei-per-la-scelta-dellirc-2025-2026/.
[3] Papa Francesco, Spes non confundit. Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’anno 2025, Roma 9, Maggio 2024, n. 9.
[4] Cfr. www.perfarsorridereilcielo.it.
[5] Cfr. M. Rodari, La guerra in un sorriso, Sonitus Edizioni, Varese 2016.
[6] Cfr. La sezione progetti, in www.perfarsorridereilcielo.it.
[7] Cfr. www.giornatadellameraviglia.it.
[8] M.Rodari, L’Orcoguerra e Le FateLaPace , Sonitus Edizioni, Varese 2021.