Rivista N – 2 – Novembre 2024

Cristiani Lgbt+ cammini possibili

Sara Accorsi[1]

Abstract

«Tutti hanno bisogno di uno sguardo di comprensione, tenendo conto che le situazioni di distanza dalla vita ecclesiale non sempre sono volute, spesso sono indotte e a volte anche subite. Nell’ottica della fede non ci sono esclusi: tutti sono amati da Dio e stanno a cuore all’agire pastorale della Chiesa».

Relazione finale del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia a papa Francesco,
n.34, 24 ottobre 2015.

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Alcune letture sull’Intelligenza Artificiale

Valentina Zacchia[1]

Abstract

La biblioteca si è dotata di strumenti utili alle persone meno specializzate per individuare facilmente le letture di loro interesse. Pubblichiamo sui canali Telegram e WhatsApp una rassegna stampa sintetica dei periodici specializzati e compiliamo delle proposte di lettura, disponibili sul sito. La più recente riguarda l’intelligenza artificiale e comprende tre sezioni: libri sul rapporto uomo-macchina nella società, nella dimensione pratica, nella vita interiore; libri che discutono aspetti etico-morali; libri sulla teologia di fronte alla crisi della categoria dell’“humanum”.

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La tavola condivisa

Martina Sanna[1]

Abstract

La tavola è il luogo in cui ciascuno si siede almeno una volta al giorno, è il luogo in cui sin dall’antichità ci si ritrovava per parlare, scambiarsi opinioni, prendere decisioni importanti. È il luogo per eccellenza della convivialità ma oggi giorno questo aspetto si sta andando a perdere perché il tempo passato a tavola viene vissuto come un tempo “perso”. Dopo un’analisi attenta dell’importanza dello stare a tavola si sottolinea anche quanto sia fondamentale essere capaci di condividere la nostra tavola con tutti. Attraverso l’insegnamento della religione si propone un percorso verso la conoscenza delle regole alimentari dei tre monoteismi e di come rendere la tavola un momento di amicizia e condivisione fraterna.

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“Outdoor education” e IRC: educare alla meraviglia e al dono

Clio Griso[1]

Abstract

Le esperienze che si vivono all’aperto, a diretto contatto con gli elementi che ci circondano, producono benefici a livello fisico, emotivo ma anche cognitivo. L’ambiente, sia esso naturale o antropico, stimola motivazione ed interesse ad apprendere. L’insegnamento della religione cattolica, appoggiandosi al territorio e alla comunità, alla natura come alle strutture urbane, può offrire l’occasione di aprirsi alla meraviglia, all’idea di dono e alla responsabilità di prendersi cura che il dono stesso porta con sé. Dopo una prima parte di inquadramento storico e scientifico sull’outodoor education si intende fornire degli spunti pratici per progettare attività strutturate di IRC.

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Usare la didattica per indagare il reale: la metodologia “debate”

Federico Solini[1]

Abstract

L’articolo intende presentare la metodologia debate tentando di sottolinearne innanzitutto i vantaggi a livello didattico per formare studenti e studentesse competenti per affrontare le sfide della vita: nello specifico, si procederà mostrando il collegamento fra il debate e le life skills. Si noterà come, seguendo regole e protocolli specifici, il dibattito non sia uno scambio semplice di opinioni, nel quale si rischia di far emergere quella meglio presentata al di là della sua aderenza alla realtà, bensì un modo per integrare l’arte di argomentare con una ricerca dettagliata e approfondita su temi che spesso toccano problemi reali e concreti. L’obiettivo è far emergere la verità in tutta la sua forza, o meglio cercare di avvicinarvisi essendo consapevoli della complessità del reale e quindi, di conseguenza, che spesso posizioni contrapposte possono avere comunque uguale dignità.

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Dalla DAD alla didattica digitale. Tre “indicazioni di viaggio” per insegnare religione cattolica ai nativi digitali

Emmanuele Magli[1]

Abstract

La rivoluzione digitale ha profondamente trasformato la società in cui viviamo, e rappresenta oggi un’importante sfida e opportunità per il mondo della didattica. Partendo dall’esperienza della DAD, soluzione emergenziale temporanea e tutt’altro che perfetta, in questo articolo vengono proposte tre indicazioni per un utilizzo consapevole e vivificante di queste risorse digitali all’interno dell’insegnamento, in particolare IRC. Tre suggerimenti per poter mettere in atto una didattica digitale in grado di rendere l’apprendimento più efficace, coinvolgente e personalizzato, che valorizzi le nuove tecnologie senza dimenticare la dimensione relazionale dell’insegnamento.

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La realtà virtuale come supporto all’immaginazione nell’insegnamento della religione cattolica

Stefano Golinelli[1]

Abstract

L’immaginazione è una fondamentale facoltà di raccordo tra la conoscenza sensitiva e quella intellettiva e si dimostra essere un prezioso strumento di apprendimento nella preadolescenza, quando il pensiero operatorio concreto si appresta a passare a quello formale. Partendo da un’analisi attualizzante degli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio di Loyola, che vede in essi un modello di lettura interattiva paragonabile a ciò che accade nei mondi digitali, cercheremo di mostrare l’utilità e l’efficacia della realtà virtuale nella didattica della Religione Cattolica come supporto all’immaginazione. Se collocato nell’ottica di una formazione integrale della persona umana, che pone al centro la relazione col reale e con gli altri, questo mezzo può agganciare il linguaggio degli studenti, invitandoli ad uscire dallo specchio narcisistico dello schermo.

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Alla ricerca di parole nuove per una fede comprensibile e desiderabile

Elena Vallara[1]

Abstract

Il cambiamento è parte integrante della storia, il suo motore; Il linguaggio è sempre coinvolto, a volte travolto dal cambiamento. La Chiesa oggi stenta a trovare la via del rinnovamento e il linguaggio ecclesiale riflette un certo immobilismo, specchio di una generale incapacità – o una scarsa volontà – di lasciare andare ciò che oggi risulta irricevibile per l’umano che abita il nostro mondo, di ripensare e ri-dire la fede in modo più comprensibile e attraente, non già per smania di proselitismo ma per continuare a offrire l’annuncio del Vangelo a una umanità che oggi ha tanto bisogno di riscoprirlo. Occorre, ancora e sempre, ripartire da Gesù, dal suo «stile»; riconoscere nel mistero dell’Incarnazione il punto di incontro tra Dio e l’umano di ogni tempo e luogo; assumere che nella voce, nelle richieste più o meno espresse, nei desideri e nei bisogni dell’umano risiede la voce dello Spirito che orienta il cammino dell’umanità e della Chiesa.

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Esserci, nel tempo della complessità

Maria Antonia Chinello[1]

Abstract

L’articolo presenta criticamente il documento “Verso una piena presenza. Riflessione pastorale sul coinvolgimento con i social media” (2023) del Dicastero vaticano per la Comunicazione Sociale. Il testo è frutto di una riflessione che ha coinvolto esperti, educatori, giovani professionisti e leader, laici, religiosi e clero, nella speranza di favorire una riflessione comune sulle esperienze digitali, incoraggiando sia gli individui sia le comunità ad adottare un approccio creativo e costruttivo, che possa favorire una cultura della prossimità. Una prossimità che è la “cifra” della presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione.

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Dostoevskij e la questione della “vita”: un confronto con Nietzsche

Cecilia Boni[1]

Abstract

È noto il modo in cui Nietzsche ha inteso il nichilismo sia come processo di disgregazione della metafisica occidentale, sia come negazione dei valori vitalistici da parte della tradizione cristiano-platonica. Se il progressivo svuotamento da parte della filosofia occidentale delle proprie certezze descritto da Nietzsche è indubbio, meno certe sono le ragioni per le quali il filosofo tedesco abbia visto nel pensiero cristiano una posizione necessariamente contraria alla vita. Si può infatti ravvisare nell’esistenzialismo cristiano contemporaneo, in particolare nel pensiero di Dostoevskij in quanto precursore del filone russo di tale prospettiva, un tentativo di recuperare la centralità del singolo e delle sue concrete esperienze di vita nel fenomeno religioso. Si tenterà dunque di mostrare come la profonda aderenza alla vita caratterizzi le riflessioni dostoevskiane facendo riferimento alle opere Memorie del sottosuolo, L’idiota, I demoni e Diario di uno scrittore.

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