Al momento stai visualizzando LA BIBLIOTECA FACILITATRICE. Dalle collezioni del collegio alla dimensione sociale dell’apprendimento

Valentina Zacchia Rondinini Tanari[1]

Abstract

A partire da una sintetica ricostruzione storica viene presentata l’attuale fisionomia della Biblioteca della FTER che da biblioteca privata si è resa accessibile a tutti: portando online il proprio patrimonio; organizzando lo spazio fisico e virtuale in modo da garantire lo studio silenzioso, come già in passato, ma anche collaborativo in piccoli gruppi; fornendo informazione e “ispirazione” negli spazi virtuali su Whatsapp, Telegram, Instagram; avendo cura della convivialità, per esempio attraverso i gruppi di lettura.
Un cambiamento non scontato, che dice la volontà di restare contemporanei dei propri tempi, che in molti altri luoghi è ancora agli albori.

Ogni biblioteca è un organismo in sé, una collezione di documenti voluta e ordinata da chi l’ha iniziata e da chi ne ha avuto cura, sempre in evoluzione. Nella corrispondenza tra i vescovi della regione, i docenti dello Studio Teologico Accademico Bolognese (STAB) e i padri dell’Ordine domenicano sulla erigenda Facoltà teologica, come biblioteche a disposizione della futura comunità accademica sono indicate quella del Pontificio Seminario Regionale Flaminio e la Patriarcale di San Domenico.
Fino ad allora la biblioteca del Regionale, e successivamente della Facoltà, era sostanzialmente una collezione interna: vi prestavano servizio volontari e seminaristi, già autori di buona parte della catalogazione storica cartacea; il prestito non era concesso neppure agli studenti residenti; l’utente che frequentava le sale doveva essere, per così dire, già competente. La composizione del patrimonio descriveva i curricola degli studi superiori di teologia, dei quali ancora oggi riflette minuziosamente l’articolazione, e gli interessi specifici di aggiornamento dei docenti epoca dopo epoca. Al nucleo originario, catalogato in schedari cartacei consultabili nell’atrio, si aggiunsero dal 2004 i fondi librari dello STAB, donazioni varie, e le continue acquisizioni della facoltà, con l’inaugurazione anche di nuove più o meno consistenti sezioni tematiche.
Molto lontano da Bologna, nel 2009, il bibliotecario dell’Università di Yale Scott Bennett, consulente per la progettazione di spazi bibliotecari, in un articolo oggi classico[2] raccontava l’evolversi dello spazio nelle biblioteche universitarie. Osservando i cambiamenti avvenuti nelle università americane, già nel 2009 Bennett considerava le biblioteche universitarie dei learning commons, ossia luoghi orientati a fornire un supporto chiave al processo di acquisizione delle conoscenze in molti modi: ovviamente tramite l’accesso alle informazioni, cartacee e digitali; ma anche con l’offerta di spazi per il lavoro collaborativo, per lo studio personale, per la produzione di media.[3] È un modello di biblioteca “facilitatrice”, capace di confrontarsi con la dimensione sociale dell’apprendimento mentre sostiene il lavoro collaborativo dei ricercatori e dei docenti.
Anche nella riflessione sulle biblioteche pubbliche è maturato uno slittamento di visuale dalla centralità del servizio alla centralità delle relazioni, dalla soddisfazione dell’utente al benessere dei cittadini e all’impatto sulle persone e le comunità. In un recente saggio di tre autori danesi la transizione identitaria della biblioteca pubblica è descritta attraverso la sua vocazione a quattro obiettivi fondamentali[4] che si riflettono nell’organizzazione dei suoi spazi: vi saranno quindi uno spazio che offre ispirazione, uno per l’apprendimento, uno che favorisce l’incontro, uno performativo.
Non è possibile per gli istituti culturali ecclesiastici non tenere presente queste evoluzioni storico-sociali, questi cambiamenti nei comportamenti di consumo culturale, senza voltare le spalle a tutti i documenti della Chiesa italiana sui suoi beni culturali[5] e agli appelli che papa Francesco ha rivolto a tutti i cristiani lungo il suo intero pontificato. La Facoltà per Statuto ha il compito di promuovere la ricerca teologica in dialogo interdisciplinare con la cultura contemporanea, formare intellettualmente i candidati ai ministeri, sostenere un dialogo e uno scambio con la città, di stare “sulla frontiera”[6], specialmente in una città che ha una ricchissima proposta culturale.
Dunque anche nella biblioteca FTER i modelli qui citati hanno trovato applicazione, con le dovute proporzioni. La biblioteca privata si è resa accessibile a tutti: portando online il proprio patrimonio; organizzando lo spazio fisico e virtuale in modo da garantire lo studio silenzioso, come già in passato, ma anche collaborativo in piccoli gruppi; fornendo informazione e “ispirazione”, nella forma di rassegne stampa o bibliografie tematiche, negli spazi virtuali su Whatsapp, Telegram, Instagram; avendo cura della convivialità, per esempio attraverso i gruppi di lettura.
Un cambiamento non scontato, che dice la volontà di restare contemporanei dei propri tempi, che in molti altri luoghi è ancora agli albori. Non sempre percepito dalla comunità stessa della facoltà, a partire dagli studenti, che faticano a prendere “casa” nella loro stessa biblioteca, troppo a lungo sentita come luogo ad uso esclusivo del Seminario Regionale che invece ha avuto, già vent’anni fa, la lungimiranza di condividere le sue risorse, da quest’anno in convenzione anche con la Regione Emilia-Romagna.
Per far conoscere in breve la biblioteca attuale ne offriamo una fotografia attraverso i numeri che ne descrivono il patrimonio e le attività. Relativamente al patrimonio:

  • 43000+ libri moderni e 7000+ antichi (oltre 500 Cinquecentine) catalogati e reperibili online sui cataloghi del Servizio bibliotecario nazione e del Polo Biblioteche Ecclesiastiche.
  • 120 testate periodiche specialistiche in abbonamento attivo e 533 collezioni storiche di periodici cessati o che non acquistiamo più, tutti reperibili online sul catalogo nazionale ACNP.
  • riviste internazionali di studi teologici e religiosi, risorse patristiche e banche dati bibliografiche fruibili anche da remoto: sono le risorse elettroniche di EBSCO, SAGE, BREPOLIS, in abbonamento grazie al Servizio Nazionale per gli studi superiori di Teologia e Scienze Religiose della CEI.

Relativamente ai servizi, da marzo 2024 a marzo 2025 contiamo:

  • 1032 accessi alla biblioteca; 234 sono di ragazzi delle vicine scuole secondarie di primo grado, che una volta alla settimana studiano nelle nostre sale
  • 317 libri prestati
  • 132 documenti scambiati con altre biblioteche: da noi forniti o richiesti per i nostri utenti
  • 9 incontri del gruppo di lettura che organizziamo in collaborazione con la Biblioteca per la Salute mentale e le Scienze umane dell’Istituzione Minguzzi, con una partecipazione media di 15 persone a ogni incontro
  • 2150 volumi catalogati quest’anno nel sistema bibliotecario nazionale; oltre seicento di questi sono stati libri antichi
  • 370+ libri acquisiti quest’anno; in media, negli anni dopo il covid sono stati oltre 500 i volumi acquisiti ogni anno.

[1] Coordinatrice di Biblioteca, Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna – ISSR “Vitale e Agricola”, Bologna.

[2] S. Bennett, Libraries and learning: a history of paradigm change, “Portal: libraries and academy”, 9 (2009), n. 2, p. 181-197. Bennett sintetizza la storia delle biblioteche ascrivendole a tre paradigmi: quello monastico, centrato sulla lettura ascetica e personale; quello ottocentesco, centrato sulle collezioni di documenti; quello contemporaneo, centrato sull’apprendimento.

[3] B. W. Becker, «Advances in technology and library space», in Behavioral & social sciences librarian 1(2015), pp. 41-44.

[4] È il “four space model” descritto in H. Jochumsen, D. Skot-Hansen, C. Hvenegaard Rasmussen, «The four space of the public library», in The end of the wisdom? the future of libraries in a digital age, a cura di D. Baker, W. Evans, Chandos, Amsterdam 2017, pp. 39-44.

[5] Indico almeno: CEI, orientamenti I beni culturali della Chiesa in Italia, 9 dicembre 1992; e le lettere della Pontificia Commissione per i Beni culturali della Chiesa: lettera ai Vescovi diocesani Le Biblioteche nella missione della Chiesa, 19 marzo 1994, e lettera circolare Sulla necessità e urgenza dell’inventariazione e catalogazione dei beni culturali della Chiesa, 8 dicembre 1999.

[6] Francesco, costituzione apostolica Veritatis Gaudium, 8 dicembre 2017, n. 5.