Al momento stai visualizzando BIBLIOTECA DIOCESANA DI MODENA: UNA RIPRESA IN MOSTRE

Sara Accorsi[1]

Abstract

Le attività della Biblioteca Diocesana sono riprese con un settembre denso di progetti. Il Palazzo del Seminario, infatti, è stato scelto anche quest’anno come sede espositiva durante il Festival della Filosofia e la Biblioteca ha curato le relazioni con gli artisti del progetto presentato: Il dono.

     Il tema del festival della Filosofia quest’anno era Paideia e i curatori del progetto Francesca Baboni e Stefano Taddei hanno messo in dialogo l’opera ‘V-Angelo’ di Daniela Alfarano con il docufilm ‘Io spero Paradiso’ di Daniele Pignatelli. Era una piuma bianca poggiata su una piccola, bianca ed essenziale edizione di un Vangelo a costruire il gioco di parole tra Vangelo e il richiamo ad una presenza angelica nell’opera di Daniela Alfarano. L’installazione creava così plasticamente un legame tra cielo e terra a partire dal Libro del racconto dell’Incarnazione del Cristo, rendendolo plasticamente via verso il cielo, quel cielo richiamato dalle altre opere dell’Alfarano presenti lungo lo scalone e i corridoi del Seminario, attraverso il volo di colombe.
Anche il docufilm di Pignatelli racconta una possibile via verso il cielo: ambientato nell’anno del Giubileo dei migranti, tra il carcere di Opera e l’isola di Lampedusa, passando per la Basilica di San Pietro a Roma, il documentario racconta del laboratorio di produzione di Ostie presente dentro al carcere, che ospita detenuti in regime di Alta Sicurezza e in regime di 41bis.
Nei quasi 60 minuti di documentario, si ascoltano le voci dei 3 detenuti che operano nel laboratorio, la loro gioia nell’incontro con Papa Francesco e il viaggio delle ostie da Opera fino a Lampedusa. Un documentario intenso, costruito con poesia e al contempo con la semplicità della presa diretta, che apre a grandi interrogativi sul ruolo delle carceri nell’esperienza del singolo, sul concetto di rieducazione, pentimento, sull’evangelico ‘Va e non peccare più’.
Il progetto artistico presentato per il Festival si inserisce quindi a pieno anche nel valore di pastorale della cultura che la Biblioteca è chiamata ad esercitare nella comunità costruendo occasioni in cui il patrimonio librario passato e presente si pone in dialogo con i nuovi linguaggi artistici, incrementando reciprocamente il valore e generando nuove prospettive di analisi. Ad esempio come non pensare che la tecnica artistica di Alfarano che lavora con grafite su tavole di legno si potrebbe definire una trasposizione contemporanea del lavoro di dettaglio delle miniature e delle xilografie presenti nei testi conservati in Biblioteca.
Con la stessa volontà di costruire un legame tra il passato e il presente, la Biblioteca Diocesana ha collaborato con il progetto ‘Strumentazione storica’ dell’Università degli studi di Modena e Reggio. Il progetto intende valorizzare il patrimonio di strumentazione scientifica presente nel territorio modenese e conservato in diversi luoghi. Quattro strumenti della Collezione del Seminario sono ora ospiti nella mostra ‘Tesori Modenesi Ritrovati’ e sabato 8 novembre ci sarà un pomeriggio in cui si potrà assistere ad alcuni esperimenti scientifici eseguiti con strumenti anche ottocenteschi, visionando contestualmente gli opuscoli scientifici del Settecento e dell’Ottocento della Biblioteca.


[1] Responsabile Biblioteca diocesana Ferrini & Muratori.